Foggia Hotel - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
 Di notevole interesse artistico la Cattedrale di S.Tommaso in stile romanico, in cui si conserva una pregevole tavola bizantina, chiamata “Icona Vetere”, rappresentante l’immagine della Madonna protettrice della città.
 Il Museo Civico, con interessanti reperti archeologici ed una pinacoteca. Nella piazza Piano delle Croci, o Piano delle Fosse, potrete ammirare le enormi cisterne di grano, simbolo della storia economica della città. Interessante anche il centro storico, in cui è stato eretto il primo edificio monumentale attorno al quale si sviluppò poi l’intero centro abitato, la chiesa barocca di San Tommaso.
La chiesa di Sant'Agostino, originariamente dedicata a S. Leonardo.
La chiesa di Sant'Agostino, originariamente dedicata a S. Leonardo.
 La fondazione della chiesa e del convento risalgono probabilmente alla prima met del XII secolo. La facciata, cosi come oggi la vediamo, risale invece al 1714. Un barocco sobrio ed elegante, con portale (dal tipico arco interrotto) su due colonne di pietra garganica; nei due riquadri ai lati del portale, lo stemma (l'aquila bicipite) di Carlo d'Asburgo imperatore e quello dell'agostiniano Adeodato Summantico, dal 1717 vescovo di San Severo. Nelle nicchie ai lati del finestrone le statue di S. Leonardo e S. Nicola da Tolentino. In alto, la statua di Sant'Agostino. L'interno, monoaulato con cappellina laterale, non presenta motivi di particolare interesse, se non l'altare marmoreo dedicato alla Madonna del Rosario e qualche antica lapide. Chiedendo ai responsabili della Congrega di Santa Monica e possibile visitare la cripta. L'annesso convento, che faceva parte della provincia agostiniana di Puglia, dopo le soppressioni murattiane e unitarie fu adibito a caserma di gendarmeria; poi fu Orfanotrofio e Ospedale di Maternii.. Con lo spostamento di quest'ultimo nel grande complesso di via Napoli, se ne attende il restauro e un uso piu consono alla sua storia.
Piazza Cavour la chiesa di S. Giovanni di Dio,
 La ruota dentata circondata da due palme, inserita al di sopra del portale, ci fa intendere che in realta questa chiesa era dedicata a Santa Caterina. E stata ricostruita in chiave barocca nel 1748. L'interno, ad unica navata, presenta pregevoli tele da alcuni attribuite al "foggiano" - cosi si firmava - Vincenzo De Mita (1751? - 1828), allievo di Francesco De Mura, da altri a Nicola Menzele. La chiesa e attaccata all'ex convento-ospedale dei Fatebenefratelli, che esercitarono a Foggia l'apostolato caritativo verso gli infermi per circa tre secoli. Attualmente il complesso ospita alcuni reparti degli Ospedali Riuniti.
  I due complessi appena visti testimoniano l'importanza della committenza religiosa e delle confraternite per tutto il XVIII secolo, con rivisitazioni originali, come vedremo anche per le altre chiese, delle tematiche costruttive barocche diffuse dalle grandi capitali. Napoli anzitutto.
  Proseguendo per via Arpi incontriamo, sulla destra, al civico 103, il palazzo Belvedere (v. pag. 42), raffigurato anche in alcune antiche incisioni, notevole esempio di edificio a corte di cui si hanno notizie a partire dalla prima meta del XVI sec. Sulla sinistra, al civico 152, vi e il palazzo che ha ospitato, dalla seconda meta del XVIII sec. al 1937, i Monti uniti di credito su pegno, un'istituzione importante nella storia della citta.
Villa Comunale Chiesa dell'Addolorata
 Fatta costruire tra il 1739 e il 1742 dalla Confraternita intitolata ai Sette dolori della Beata Vergine Maria, fondata da Mons. Emilio Cavalieri, vescovo di Troia e zio materno di Sant'Alfonso de' Liguori, la chiesa dell'Addolorata ha una facciata originale e armoniosa, con andamento ondulato. Molto bello l'ornato della cornice che circonda il finestrone mistilineo. L'originalita dell'impianto, il sorprendente raccordo delle volute laterali dell'altana col tamburo del tetto e l'effetto scenografico complessivo, fanno ritenere che l'opera sia di un artista di sicuro valore, da individuare, secondo alcuni studiosi, nella cerchia di Domenico Antonio Vaccaro. L'interno, di forma ellissoidale, ripete uno dei motivi ricorrenti dell'architettura religiosa barocca, la conciliazione tra pianta centrale e assetto longitudinale. Da questa chiesa il Venerdi Santo la statua della Madonna Addolorata esce per accompagnare l'urna del Cristo Morto, lo "Scarabattolo". La chiesa, abbellita con decorazioni nel 1871, conserva alcune pregevoli tele, tra cui, sull'altare a sinistra, La Sacra Famiglia intenta al lavoro, firmata da Francesco De Mura, (ma da alcuni attribuita al suo allievo Vincenzo De Mita, che firma invece nel 1805 il grande dipinto sulla cantoria, Cristo morto trasportato al sepolcro). Sull'altare di destra, una tela di scuola napoletana dell'inizio del XIX sec., S. Filippo Benizi in atto di guarire un infermo. L'altare maggiore, proveniente dalla Chiesa di S. Secondino di Troia, spicca per stile e pregevolezza degli intarsi.